L’articolo pubblicato su Le Arti.news (n. 2-3, Marzo-Aprile/Maggio-Giugno 1984, Anno III) riguarda la mostra “Alfabeti” che presentava le opere di alcuni artisti iai quali Adelaide Trabucco rivolge la sua attenzione – Binga, Cattania, Conte, Varale – i quali privilegiano la comunicazione espressiva attraverso il segno. Gli artisti, pur nella loro individuale originalità, conducono una ricerca che coniuga il segno e/o la scrittura con la pittura.
L’esposizione itinerante venne realizzata nel 1984 presso le seguenti Gallerie d'arte: Arti Visive, Roma; La Seggiola, Salerno; Studio 85, Napoli; Centrosei, Bari.
Con preghiera di citare la fonte in caso di utilizzazione del testo per motivi di studio.
Figlia di Erminio Trabucco, professore di Storia dell’Arte e artista, potente e lirico cantore della bellezza, specie del paesaggio; e di Mattea Messina, professoressa di matematica al Liceo Scientifico di Salerno, Adelaide procede sulle orme culturali e artistiche dei genitori. Alla formazione al Liceo Classico, seguono la Laurea in Lettere e Filosofia (Università di Salerno) con una tesi in Storia della Critica d’Arte: “Magritte e il motto di spirito freudiano”, presso l’omonima cattedra tenuta dal professor Angelo Trimarco; e, con entusiasmo, l’insegnamento nelle Scuole Superiori delle discipline umanistiche e in particolare di Storia dell’Arte, dopo la vincita del Concorso a Cattedra per esami e titoli.
Collabora con quotidiani, settimanali e riviste specializzate, con la cattedra di Filosofia Teoretica del professor Marcello Caleo (Università di Salerno), cura cataloghi e mostre personali e collettive.Nel contempo, assecondando la sua vocazione spirituale ed artistica, consegue il Grado Accademico di Magistero in Scienze Religiose elaborando una tesi di ispirazione ecumenica in Teologia protestante: “La Cristologia di Dietrich Bonhoeffer”, presso la Cattedra di Ecclesiologia ed Ecumenismo del vescovo Michele De Rosa.Svolge attività di collaborazione e ricerca presso l'Archivio Storico Diocesano di Salerno, diretto da mons. Vittorio Giustiniani. Frequenta il biennio iniziale dell’Accademia di Belle Arti di Napoli - Cattedra di Pittura del maestro Armando De Stefano. Continuando il percorso del dialogo ecumenico, approfondisce la tematica della ‘scrittura’ dell’icona seguendo più Corsi di formazione: il più significativo, senz’altro il Corso biennale Fondamentale di Iconografia presso la Scuola Iconografica di Seriate che, in contatto con i migliori iconografi russi, insegna le antiche tecniche di ‘scrittura’ di icone. La Scuola di Seriate è promossa da Russia Cristiana, l’associazione fondata nel 1957 da p. Romano Scalfi con l’intento di far conoscere la cultura russa – nel 1980 afferma papa Giovanni Paolo II: “Non si può respirare come cristiani, direi di più, come cattolici, con un solo polmone; bisogna aver due polmoni, cioè quello orientale e quello occidentale”.Nel 2005 le viene affidato dal parroco d. Mario Sangiovanni l’incarico di elaborare e seguire il progetto cromatico per la ristrutturazione interna della Chiesa di Maria SS. del Carmine e S. Giovanni Bosco a Salerno, per la quale ‘scrive’ anche un’icona monumentale avente come prototipo la Madre di Dio della Tenerezza di Vladimir.
Nell'agosto del 2012 pubblica il libro Memorie storiche e artistiche di Chiauci e delle sue Chiese, frutto di prolungate e scrupolose ricerche condotte nell'Archivio Parrocchiale della Chiesa di S. Giovanni Evangelista del borgo medievale fortificato di Chiauci, in Molise. Lo studio documenta la presenza della fattiva comunità della Terra Clavicorum, la Terra delle Chiavi, le sue antiche vicende storiche, la fede e la creatività, non soltanto artistica, che hanno caratterizzato i suoi abitanti. Il testo è accompagnato dalla Prefazione del Vescovo di Trivento, S. E. Domenico Angelo Scotti, e dalla Presentazione di mons. Domenico Antonio Fazioli, Vicario Generale della Diocesi. Il libro è accompagnato da un ricco apparato iconografico volto non soltanto a confermare i contenuti della ricerca, ma anche a comunicare attraverso le immagini quanto non sempre le parole sono capaci di esprimere.
Il volume è presentato il 15 dicembre 2012 in Roma a Palazzo Valentini, sede della Provincia, nel prestigioso salone "Di Liegro". Attualmente si trova nelle migliori Biblioteche storiche specializzate.
Lo studio sulla Risurrezione di Lazzaro, dipinta dal Caravaggio, é stato pubblicato nel 1997 sulla rivista Scienza e Sapienza, edita dall'Università di Salerno.
Adelaide Trabucco vi scopre il legame, sotterraneo ma presente, tra la risurrezione di Lazzaro e la morte di Cristo, in una Depositio che é già la Risurrezione nella quale non uno solo, ma tutti gli uomini risorgono.
Vicinissima a lui, la Madre, la testa accanto al viso del Figlio. Prima di consegnarlo alla sepoltura, si china a dargli l'ultimo bacio. Bacio che é commiato, ma forse nascosta speranza di rinvenire un alito o un sospiro che smentiscano la morte, o che riannuncino la vita. Maria: Nostra Signora dei Dolori-e-Nostra Signora della Speranza. Signora della nostra Speranza, perché Signora della sua propria Speranza.
Con preghiera di citare la fonte in caso di utilizzazione del testo per motivi di studio.
Proponiamo lo scritto del catalogo per la scultura dedicata a san Pio da Pietrelcina realizzata nel 2001 da Pier Francesco Mastroberti, medico e artista a tuttotondo, per gli Ospedali Riuniti "San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona" di Salerno ed ivi collocata. In quello stesso luogo qualche anno prima, la notte del 2 novembre 1995, Dio operò una miracolosa guarigione per intercessione dell'umile frate cappuccino, destinata a rivelarsi decisiva per la causa di beatificazione del Santo.
Con preghiera di citare la fonte in caso di utilizzazione del testo per motivi di studio.
Lo studio sull'opera Madonna del serpe o Madonna dei Palafrenieri di sant'Anna del Caravaggio è stato pubblicato nel 1996 sulla rivista Scienza e Sapienza edita dall'Università degli Studi di Salerno. Adelaide Trabucco rinviene nel dipinto un'interpretazione profonda ed ortodossa dell'Immacolata Concezione, un tema fra i più difficili a configurare iconograficamente, dovendo tradurre un evento invisibile che è un mistero soprannaturale. In Gn 3, 15, definito il Protovangelo perchè contiene il primo annuncio della redenzione dell'umanità, è scritto: "Io porrò inimicizia tra te e la donna, / tra la tua stirpe e la sua stirpe: / questa ti schiaccerà la testa / e tu le insidierai il calcagno".
Alla dinamica della riflessione teologica sul tema dell'Immaculata Conceptio si accompagna l'articolarsi dell'espressione iconografica. Caravaggio, allontanandosi dalla coeva interpretazione dell'Immacolata come la Mulier amicta sole, si riallaccia al Protovangelo. Il Bambino è il piedi davanti a sua Madre mentre, con un lieve cipiglio di concentrazione, con il suo piccolo piede nudo posato su quello della Madre, raffaellesca nella sua bellezza, le infonde la virtù per vincere il serpente. Lo splendore del corpo apollineo del Bambino viene esaltato dal rosso e nero delle vesti materne, in modo tale che il gruppo risulta essere la nota cromatica dominante del quadro, mettendo a fuoco nel contempo il centro tematico dell'opera.
Con preghiera di citare la fonte in caso di utilizzazione del testo per motivi di studio.
Il presente studio pubblicato nel 1998 sulla rivista Scienza e Sapienza edita dall'Università degli Studi di Salerno, riguarda la Lettera Apostolica Salvifici Doloris scritta da papa Giovanni Paolo II nel 1984, della quale Adelaide Trabucco commenta alcuni passi di perenne attualità.
Il Santo Padre, il quale a motivo dell'attentato di qualche anno primo, il 13 maggio 1981 in piazza S. Pietro, già era entrato nel tunnel della sofferenza che avrebbe attraversato fino in fondo, ci chiama a riflettere sul mistero della sofferenza umana: essa è mistero per la sua incomprensibilità, mistero per ciò a cui rimanda, mistero per i frutti che produce. Anche l'uomo nella sua sofferenza rimane un mistero intangibile. "Quale ne è la causa? E quale il suo scopo? Qual'è, infine, il senso?": è inevitabile la domanda che l'uomo pone all'altro uomo e, soprattutto, al suo Creatore.
E il Signore risponde attraverso la Scrittura, istruendo gradatamente. Anzi, nel Vangelo è possibile riconoscere uno specifico Vangelo della sofferenza, scritto dal Signore Gesù con la sua propria sofferenza - e che continua ad essere scritto da ogni uomo sofferente unito con Gesù crocifisso. In quanto 'vangelo', ovvero 'buona notizia', il Vangelo della sofferenza dona la buona novella della forza salvifica e del significato salvifico della sofferenza. Il Signore Gesù risponde non con parole o con discorsi astratti, bensì concretamente con la sua propria sofferenza. Una risposta silenziosa che è anche una chiamata: partecipa anche tu con la tua sofferenza al riscatto del mondo, che si compie attraverso la mia sofferenza.
E la persona, insieme con la risposta, trova la pace del cuore.
Con preghiera di citare la fonte in caso di utilizzazione del testo per motivi di studio.
L'articolo, pubblicato sul settimanale Agire nel 1995 (24 febbraio) studia, seguendo una sensibilità ecumenica, la Madre di Dio di Vladimir, icona celeberrima per la sua bellezza ed intensità espressiva.
Con preghiera di citare la fonte in caso di utilizzazione del testo per motivi di studio.
In occasione della memoria liturgica dell'Annunciazione, Adelaide Trabucco scrive un articolo, pubblicato sul settimanale "Agire" (23 marzo 1996) e qui riproposto accompagnato dalle immagini. Lo scritto prende in esame alcune iconografie antiche e poco note che hanno interpretato visivamente il dogma rappresentandolo in modo diverso, a seconda dei contesti culturali.
Gli artisti sin dall'antichità hanno trasposto in chiave figurativa i principi religiosi dottrinali dando vita ad un'iconografia teologica cristiana. Quando ancora il cristianesimo non era stato proclamato religio licita dall'imperatore Costantino, gli artisti affrescavano l'Annunciazione nelle Catacombe di Priscilla, nel III secolo. Qualche anno dopo il Concilio di Efeso del 431 che proclamava Maria Theotokos,"Madre di Dio", l'Annunciazione in S. Maria Maggiore a Roma sottolinea nella regalità degli abiti la particolare condizione di Nymphe anympheute, "sposa senza nozze".
Seguendo per la ricerca un'impostazione ecumenica, vengono esaminate nell'articolo le Annunciazioni bizantine dove la Vergine viene raffigurata mentre si trova non in casa, bensì di fronte ad essa, seduta o in piedi dinanzi a un trono gemmato, o, ispirandosi ai Vangeli apocrifi, mentre si trova vicino al pozzo dove sta per attingere l'acqua, ignara che da lei nascerà Colui il quale sarebbe stato egli stesso la sorgente d'acqua viva.
In questa sede non vengono presentate le Annunciazioni della grande tradizione rinascimentale italiana, che è tuttavia doveroso ricordare, dalle più famose come quelle del Beato Angelico a quelle meno note come l'Annunciazione di Giovanni Bellini nel Polittico di san Vincenzo Ferrer che vede la presenza dello Spirito Santo evocata dalla straordinaria presenza della tenda alle spalle della Vergine. Una tenda rossa come l'amore-Charitas e come il fuoco che simboleggiano lo Spirito Santo.Una tenda mossa dal vento, primo simbolo dello Spirito Santo: gli Apostoli a Pentecoste sentirono un rombo "come di vento che si abbatte gagliardo" e "furono tutti pieni di Spirito Santo" (At 2,2.4). O, ancora, l'Annunciazione del Perugino capace di trasmettere la sospensione incantata che l'Annuncio suscita nelle creature e nel Creato: lo vediamo nella Vergine delicatamente pensierosa, nelle soavi colline umbre in lontananza, nella fuga delle colonne di un'armoniosa architettura classica.
GIOVANNI BELLINI: Vergine annunciata - Polittico di san Vincenzo Ferrer - (part.) - 1464-1470 -
Basilica dei Santi Giovanni e Paolo, Venezia
PIETRO VANNUCCI detto IL PERUGINO: Annunciazione - 1488-1490 ca. - Chiesa di S. Maria Nuova, Fano
Con preghiera di citare la fonte in caso di utilizzazione del testo per motivi di studio.
PAOLA PATRIARCA: Porta di S. Francesco - anno 2016 - bronzo - Basilica Papale di S. Maria Maggiore, Roma - courtesy Paola Patriarca
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