ANNIBALE OSTE: Ulisse - 1981 - marmo, resina, fibra di vetro - 290 x 85 x 54 cm - Collezione privata

 

 

 

 

 ANNIBALE OSTE: Studio per Ulisse - acquerello - Collezione Mattea Messina Trabucco 

 

Proponiamo di seguito il commento critico di Adelaide Trabucco dedicato allo scultore napoletano Annibale Oste  (1942-2010) il quale tra il 1978 ed 1980 dedica la sua riflessione creativa allo spazio in quanto causa ed occasione di accadimenti che con esso interagiscono, come l'aria ed il vento. Lo scritto viene pubblicato nel 1981 sulla rivista trimestrale di arte contemporanea "lapis/arte" (n.° 4, dicembre 1981, anno II, pgg.10-12).
La firma dell'articolo presenta anche il cognome "Messina" come omaggio da parte dell'Autrice alla Madre, la professoressa Messina, vedova dell'artista Erminio Trabucco.

 

 

 

 

 

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L'icona della Madre di Dio della Tenerezza è stata scritta da Adelaide Trabucco nel 2005 per la ristrutturazione della Chiesa dedicata a Maria SS. del Carmine e San Giovanni Bosco in Salerno, ristrutturazione per la quale Adelaide Trabucco ha elaborato anche il progetto cromatico, e progettato e coordinato la realizzazione dei diversi interventi messi in opera.

   L'ubicazione dell'icona, a circa 17 metri di altezza, spiega le sue dimensioni: m. 2,40 (asse verticale) x m.2,10 (asse orizzontale). La sua forma ottagonale è pensata per essere collocata sull'arco trionfale che apre al presbiterio della Chiesa, relazionandosi nel contempo con la morfologia architettonica dell'edificio caratterizzato non da linee curve, bensì da linee rette e/o oblique.

   L'icona, seguendo una sensibilità ecumenica, si ispira al prototipo della Madre di Dio di Vladimir, sec. XII, appartenente all'iconografia della Madre di Dio detta Eleousa, la Misericordiosa, o della Tenerezza a motivo dell'affettuosità dei gesti tra la Madre ed il Bambino. Nell'immagine la purezza delle linee e la nitida essenzialità delle forme si uniscono ad una intensa comunicazione interpersonale tra la Madre di Dio e lo spettatore, il quale avverte fortemente su di sè lo sguardo materno, uno sguardo capace di ricondurlo nel mistero della Misericordia di Dio. La Madre, difatti, inclina lievemente il capo, a toccare la guancia del Figlio, il quale le corrisponde rivolgendole una carezza che la circonda amorosamente. E, in lei, abbraccia e consola ciascuno di noi, divenendo portatore ed operatore di misericordia e di amore.

Pubblicato in data: 15-01-2011

 

 

 

 

Con preghiera di citare la fonte in caso di utilizzazione del testo per motivi di studio. 

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