PAOLA PATRIARCA: Porta di S. Francesco - anno 2016 - bronzo - 

Basilica Papale di S. Maria Maggiore, Roma - courtesy Paola Patriarca

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Venerdì, 25 Marzo 2016 18:44

Icona di San Michele Arcangelo

 

<<Desideriamo proporre un'iconografia di san Michele Arcangelo poco conosciuta in Occidente, ma molto diffusa in area bizantina: san  Michele Arcangelo il Liturgo, rappresentato  nell'atto di  tributare il dovuto culto di adorazione all'Altissimo. L'intero suo essere indica  reverenza estrema, dall'espressione del viso, all'inclinazione della testa, alla delicata curva delle spalle,  alla discrezione con cui impugna la  sottile asta del comando, alla trepidazione e saldezza con cui circonda e regge nella mano il globo trasparente, simbolo dell'universo, con  impresso il monogramma di Cristo, alla leggerezza del suo incedere.

  

Dalla profondità del culto di adorazione da parte dell'Arcangelo scaturisce in lui la celeberrima espressione che lo distingue e lo sostanzia  fino a diventare il suo stesso nome: "Mi-ka-El", ovvero "Chi è come Dio?" >> Adelaide Trabucco

 

 

 

 

                                                                                                 

   <<Vedendo il tuo coraggio contro le schiere di satana, tutti i Cori Angelici con gioia si sono messi dietro a te nella battaglia per il nome e la gloria del Sovrano, cantando: "Chi è come Dio?". Noi vedendo satana calpestato sotto i tuoi piedi ti acclamiamo vincitore:  

 

Rallegrati, tu per cui nei cieli è stata ristabilita la pace e la tranquillità.  

 

Rallegrati, tu per mezzo del quale gli spiriti maligni sono precipitati nell'inferno.  

 

Rallegrati, tu che conduci le Schiere Angeliche e le forze del mondo invisibile per l'annientamento del male.  

 

Rallegrati tu che domini invisibilmente l'agitazione e l'impeto delle forze del mondo visibile.  

 

Rallegrati, tu che sei meraviglioso aiuto per quanti sono impegnati nella lotta contro gli spiriti maligni sulla terra.  

Rallegrati, tu che sei forte sostegno per tutti gli abbattuti nelle tentazioni e sciagure.  

 

 

Rallegrati, Michele, grande Archistratega, con tutte le Schiere Celesti!  

 

Alleluia!>>       

 

                                                                    

                                                                                Dall'Inno Akathistos a San Michele Arcangelo

 

 

                               

                                                                                             

 

                                                                                                                     

 

 

 Con preghiera di citare la fonte in caso di utilizzazione del testo per motivi di studio. 

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Mercoledì, 19 Giugno 2013 18:06

Maria nella Pentecoste

La discesa dello Spirito Santo è il fine ultimo dell'attività soterica trinitaria, come affermavano già i Padri della Chiesa. Nel De Incarnatione Verbi scrive sant’Atanasio di Alessandria, formidabile difensore della consustanzialità del Figlio rispetto al Padre, negata dall'eresia ariana: "Il Verbo ha assunto la carne affinchè noi potessimo ricevere lo Spirito Santo". Qual'è il ruolo della Beata Vergine Maria nella discesa dello Spirito sugli uomini, sia ora sia nell'evento storico della Pentecoste? Seguendo per la ricerca un'impostazione ecumenica, l'articolo rileva come le invenzioni iconografiche siano numerose e diversificate sia nell'Oriente sia nell'Occidente; presentato su “Agire” (sabato, 1° giugno 1996)  è da collocarsi nell'ambito delle ricerche che ho svolto in merito alle immagini dedicate alla Madre di Do nella Pentecoste, effettuate in occasione dell'Anno Mariano Diocesano tenutosi nella Diocesi di Salerno-Campagna-Acerno nel 1996. Il presente elaborato è corredato da una ricerca iconografica che spazia dal dipinto di El Greco al Prado, al mosaico della Cupola di S. Marco a Venezia, alla miniatura del Codice de' Predis che vede ciascun Apostolo reggere tra le mani un cartiglio con un articolo del Credo, sottolineando così il legame diretto tra l'effusione dello Spirito Santo e la Fede. La presenza di Maria nelle raffigurazioni della Pentecoste è attestata  fin dalla prime testimonianze figurative...

 

 

 

Con preghiera di citare la fonte in caso di utilizzazione del testo per motivi di studio.

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L'icona della Madre di Dio della Tenerezza è stata scritta da Adelaide Trabucco nel 2005 per la ristrutturazione della Chiesa dedicata a Maria SS. del Carmine e San Giovanni Bosco in Salerno, ristrutturazione per la quale Adelaide Trabucco ha elaborato anche il progetto cromatico, e progettato e coordinato la realizzazione dei diversi interventi messi in opera.

   L'ubicazione dell'icona, a circa 17 metri di altezza, spiega le sue dimensioni: m. 2,40 (asse verticale) x m.2,10 (asse orizzontale). La sua forma ottagonale è pensata per essere collocata sull'arco trionfale che apre al presbiterio della Chiesa, relazionandosi nel contempo con la morfologia architettonica dell'edificio caratterizzato non da linee curve, bensì da linee rette e/o oblique.

   L'icona, seguendo una sensibilità ecumenica, si ispira al prototipo della Madre di Dio di Vladimir, sec. XII, appartenente all'iconografia della Madre di Dio detta Eleousa, la Misericordiosa, o della Tenerezza a motivo dell'affettuosità dei gesti tra la Madre ed il Bambino. Nell'immagine la purezza delle linee e la nitida essenzialità delle forme si uniscono ad una intensa comunicazione interpersonale tra la Madre di Dio e lo spettatore, il quale avverte fortemente su di sè lo sguardo materno, uno sguardo capace di ricondurlo nel mistero della Misericordia di Dio. La Madre, difatti, inclina lievemente il capo, a toccare la guancia del Figlio, il quale le corrisponde rivolgendole una carezza che la circonda amorosamente. E, in lei, abbraccia e consola ciascuno di noi, divenendo portatore ed operatore di misericordia e di amore.

Pubblicato in data: 15-01-2011

 

 

 

 

Con preghiera di citare la fonte in caso di utilizzazione del testo per motivi di studio. 

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Mercoledì, 06 Aprile 2011 14:22

L'icona della Madre di Dio di Vladimir

L'articolo, pubblicato sul settimanale Agire nel 1995 (24 febbraio) studia, seguendo una sensibilità ecumenica, la Madre di Dio di Vladimir, icona celeberrima per la sua bellezza ed intensità espressiva.

 

 

Con preghiera di citare la fonte in caso di utilizzazione del testo per motivi di studio. 

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